CHIESA MADONNA DEGLI AMMALATI




Santuario rurale

Questa piccola Chiesa di campagna, da poco Santuario della Madonna Aegrotorum, risparmiata dalla colata lavica che ditrusse il resto del paese nel 1669, fu parzialmente distrutta dal terribile terremoto del 1693.
Per ubicazione, simbolicamente ricorda l'antico Misterbianco e più di ogni altra ne rappresenta il tramite.
Per questa Cappella, non mancarono contestazioni, petizioni, denunce, azioni giudiziarie, ricorsi in Cassazione per stabilirne la proprietà o l'appartenenza.
I protagonisti di questa annosa vicenda furono la famiglia Bruno, da una parte, e il Comune dall'altra.


I Bruno, che dettero diversi sacerdoti al paese, fra cui l'autore di Cenno Storico su Misterbianco, erano proprietari di un podere in cui si ergeva una Cappella; in una parete della quale vi era dipinta l'attuale immagine della Madonna degli Ammalati, risalente al XVII secolo; parete rimasta tal quale dopo il violento terremoto del 1693 che ne distrusse il resto della stessa.

La stessa famiglia, curò il ripristino della chiesetta facendovi ricostruire le mura, il tetto, la facciata e l'altare sottostante la Sacra Immagine.
Il Comune, e con questi tutta la cittadinanza, reclama il diritto che un bene sacro appartiene alla collettività; da qui la disputa!


A parte ciò, il Santuario, rimane il tramite tra le vecchie e nuove generazioni.
La folla che partecipa alla festa agreste nel mese di Settembre ne è la testimonianza; la dimostrazione pratica è rivedere quei misterbianchesi lontani dal suolo natio che ritornano pur di partecipare a tale ricorrenza!

Dalla ricostruzione in poi, fu possibile ai Misterbianchesi, poter celebrare ogni seconda domenica di Settembre la festa in onore alla Madonna.
La festa, in onore alla Madonna, si apre con il trasporto a spalla della campana che, dal centro urbano, viene trasferita al Santuario della Madonna degli Ammalati; circa quattro chilometri.

La folla che partecipa alla processione è tantissima; nonostante l'ora mattutina, le ore quattro, la presenza è assicurata da grandi e piccoli, addirittura vi sono mamme che spingono la carrozzella col loro figlioletto.
Lungo l'itinerario, il buio della notte viene illuminato con falò o lampade elettriche, mentre il silenzio viene interrotto dal suono della campana.

Dopo tre giornate di baldoria e manifestazioni varie, la festa si sposta nel centro urbano dove il quadro della Madonna preceduto dalla campana viene portato in processione.

Una caratteristica della festa è la cantata che fonde e amalgama l'aspetto religioso con quello folcloristico.


LA CANTATA

Ai figli tuoi amorosi,
volgi pietoso il ciglio;
Maria d'ogni periglio.
Salvi saremo allora.

Vergin si bella e pura,
che Voi tutto volete,
che Voi tutto potete,
col vostro gran valor.
Or, via ricorriam sempre,
a questa gran Signora,
che tiene pronto ognora
il nostro bene a cuor;
indi, conforta il ciglio
fra i santi in paradiso.
Non più pensate a cosa fallace
or che vi dona l'eterna pace;
è questa Madre, o tribolati,
il gran sollievo dei malati.



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